Quasi come aladino

Ieri sera ho immaginato una cosa strana. Probabilmente l’ho sognata ad occhi aperti.

Ci ho che ho immaginato era praticamente uguale alla fiaba de “La lampada di Aladino”, però aveva qualche variabile.

Questo pensiero mi è venuto in mente appena ho aperto una scatola di plastica in soffitta appartenente alla mia bisnonna e risalente probabilmente ai primi anni del secolo precedente o gli ultimi del secolo ancora prima.

Su questa scatola c’era scritto, in maniera sbiadita ma ancora abbastanza leggibile: miglior ferro da stiro a caldaia. Erano le prime pubblicità, i primi packaging della nuova industrializzazione. C’era anche qualche strano disegno e qualche lettera, probabilmente il nome della marca. Ma le scritte, in questo caso, erano totalmente sbiadite e dunque risultavano illeggibili. In effetti, prima di aprirla, ho provato a spostare la scatola per portarla di sotto e soddisfare la mia curiosità alla luce del giorno piuttosto che nella penombra di una soffitta malamente illuminata, ma il suo peso era proibitivo, segno che all’interno avrei trovato cose pesanti.

Ho, dunque, aperto la scatola di legno e dentro c’erano questi due enormi, antichi ormai, pezzi di ferro pesante. I primi modelli probabilmente. Non so come facessero a stirare i panni con quel tipo di strumenti lì.

Comunque erano molto impolverati e così ne ho strofinato uno. Poi l’altro. Volevo leggere le incisioni e vedere la lavorazione sapientemente e finemente effettuata sopra di essi.

Ma all’improvviso ho visto una nebbia prima aleggiare lieve e poi diffondersi prepotentemente nella stanza.

Ecco, qui è partito il sogno ad occhi aperti.

Non mi è apparso il genio, ma mi sono visto immediatamente catapultato in una vecchia casa, nella cucina esattamente. Una cucina molto piccola, con utensili che non avevo mai visto fino a quel momento.

La mia mente immagina le cose molto bene.

Ero stato probabilmente catapultato in quegli anni di nuova industrializzazione.

Da sempre mi piacerebbe viaggiare nel tempo. Non tanto per la curiosità di vedermi nel futuro più o meno prossima (e quella curiosità c’è sempre, non può mancare). Però io personalmente sono stato sempre affascinato dal passato, dalle epoche storiche come il medioevo, il risorgimento italiano soprattutto, ma anche epoche lontane o un poco più vicine.

Nel mio sogno ad occhi aperti ero in un’epoca non lontanissima, ma che per ciò che c’era – o forse sarebbe più giusto dire che non c’era – sembrava comunque assai lontana. E probabilmente lo è sul serio.

Vedevo la mia bisnonna preparare il pane da sola, in quelle case anteguerra, prima della Grande Guerra. Tanti anni fa.

È stato solo un flash immaginario che però mi ha colpito e ho voluto raccontarlo.

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